Il cambiamento in direzione della circolarità è necessario sia per migliorare l’efficienza nell’uso delle risorse, sia per contribuire alla riduzione delle emissioni climalteranti.
L’obiettivo è costruire “un’economia moderna, efficiente sotto il profilo delle risorse e competitiva”, attraverso una transizione ecologica capace di realizzare cambiamenti profondi nei sistemi di produzione e consumo, garantendo coesione e giustizia sociale.
Il Piano di azione per l’economia circolare - approvato dal Parlamento europeo a febbraio 2021 - è un pilastro fondamentale di questa strategia che ha l’obiettivo di accelerare la transizione verso un’economia circolare e rigenerativa:
- progettazione ecocompatibile di prodotti sostenibili, durabilità e riutilizzabilità dei prodotti, uso di materiali riciclati
- circolarità dei processi produttivi: simbiosi industriale, bioeconomia rigenerativa, tracciabilità digitale delle risorse, tecnologie green
- interventi specifici nei settori a più alta intensità di risorse, o a forte impatto ambientale: plastica, prodotti tessili, costruzioni ed edilizia, elettronica e ICT, batterie, imballaggi, prodotti alimentari e acque
- “diritto alla riparabilità” e contrasto all’obsolescenza prematura dei prodotti.
Anche il Piano nazionale di transizione ecologica, presentato dal Governo a ottobre 2021, sottolinea che “l’economia circolare è una sfida epocale che punta all’ecoprogettazione di prodotti durevoli e riparabili per prevenire i rifiuti e massimizzarne il recupero, il riutilizzo e il riciclo”.
Il PNRR indica due obiettivi di carattere generale per quanto riguarda l’economia circolare:
- rendere performante la filiera del riciclo con interventi volti a consentire il recupero delle materie prime seconde
- ridurre l’uso di materie prime di cui il Paese è carente, sostituendole progressivamente con materie prime seconde.
Le risorse direttamente finalizzate all’economia circolare nella Missione 2 (Rivoluzione verde e transizione ecologica) Componente 1 (Economia circolare e agricoltura sostenibile) sono 2,1 miliardi di euro.
Piano Transizione 4.0
L’obiettivo di favorire la transizione ecologica e lo sviluppo dell’economia circolare è una delle finalità del Piano Transizione 4.0, che all’interno del PNRR costituisce la principale linea di intervento per quanto riguarda la politica industriale.
Il nuovo Piano, rispetto al precedente Piano Industria 4.0, è più orientato verso la sostenibilità e gli investimenti green. Inoltre, sono state modificate le modalità di incentivazione, passando dal superammortamento e iperammortamento al credito di imposta che garantisce tempi più rapidi e una più estesa possibilità di utilizzo anche da parte delle Pmi.
Il DL “Sostegni ter”, approvato dal Governo a gennaio 2022, ha inoltre alzato a 50 milioni di euro il limite dei costi ammissibili che possono ottenere il credito di imposta, se gli interventi sono diretti alla realizzazione di obiettivi di transizione ecologica.
Le attività “per la trasformazione dei processi aziendali secondo i principi dell’economia circolare” che possono beneficiare degli incentivi fiscali di Transizione 4.0 sono elencati nel DM del MISE 26 maggio 2020: l’ecodesign, la durabilità e riparabilità dei prodotti, la simbiosi industriale, il riuso e il riciclo, tecnologie di disassemblaggio e remanufacturing, il recupero di materiali, la produzione di materie prime seconde di qualità, il prodotto come servizio.
Per ecodesign si intende la progettazione di prodotti sostenibili che durino più a lungo e concepiti per essere riutilizzati, riparati o aggiornati per il recupero delle proprie funzioni, o sottoposti a procedimenti di riciclo ad elevata qualità per il recupero dei materiali, in modo da ridurre l’impatto ambientale dei prodotti lungo tutto il loro ciclo di vita.
La simbiosi industriale prevede lo sfruttamento di sinergie tra sistemi industriali presenti all’interno di uno stesso ambito economico territoriale e caratterizzati da rapporti di interdipendenza in relazione alle risorse (sottoprodotti, rifiuti, energia termica di scarto, ciclo integrato delle acque).
Le tecnologie e i processi di disassemblaggio e/o remanufacturing intelligenti rigenerano e aggiornano le funzioni da componenti post-uso, in modo da prolungare il ciclo di utilizzo del componente con soluzioni a ridotto impatto ambientale.
Altre misure di sostegno alle imprese
Oltre al Piano Transizione 4.0, ci sono altre misure e provvedimenti che possono contribuire a sviluppare processi innovativi secondo i principi dell’economia circolare.
Fondo per la crescita sostenibile
Il Fondo per la crescita sostenibile è destinato al finanziamento di programmi e interventi per l’innovazione e la competitività del sistema produttivo, in forma di finanziamento agevolato. Gli interventi sono attuati tramite bandi del Ministero dello Sviluppo Economico.
Il sostegno è rivolto a imprese di qualsiasi dimensione che esercitano attività industriali, agroindustriali, artigiane, di servizi all’industria e centri di ricerca.
Categorie progettuali ammissibili
- Innovazioni di prodotto e di processo in tema di utilizzo efficiente delle risorse e trattamento e trasformazione dei rifiuti
- Progettazione e sperimentazione prototipale di modelli tecnologici integrati finalizzati al rafforzamento dei percorsi di simbiosi industriale
- Sistemi, strumenti e tecnologie per la fornitura, l’uso razionale e la sanificazione dell’acqua
- Strumenti tecnologici innovativi in grado di aumentare il tempo di vita dei prodotti
- Nuovi packaging intelligenti (smart packaging) che prevedano l’utilizzo di materiali recuperati.
Investimenti industriali sul Green new deal
Il decreto del MISE del 1° dicembre 2021 prevede agevolazioni finanziarie e contributi a fondo perduto a sostegno degli investimenti industriali finalizzati alla realizzazione di progetti di ricerca, sviluppo e innovazione per la transizione ecologica e circolare coerenti con gli ambiti di interventi del “Green new deal italiano”.
Le risorse disponibili sono pari a 750 milioni di euro, a valere sul Fondo per la crescita sostenibile (FCS) e sul Fondo rotativo per il sostegno alle imprese e agli investimenti in ricerca (FRI), gestito dalla Cassa Depositi e Prestiti.
Possono richiedere l’incentivo le imprese di qualsiasi dimensione che svolgono attività industriali, agroindustriali, artigiane, di servizi all’industria e centri di ricerca, e che presentano progetti – anche in forma congiunta tra loro – di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale finalizzati alla realizzazione di nuovi prodotti, processi, servizi o al notevole loro miglioramento, con particolare riguardo agli obiettivi di decarbonizzazione dell’economia, economia circolare, riduzione dell’uso della plastica e sostituzione della plastica con materiali alternativi, rigenerazione urbana, turismo sostenibile, adattamento e mitigazione dei rischi sul territorio derivanti dal cambiamento climatico.
Fonte: 4° rapporto sull’economia circolare in Italia